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LA FAMOSA INVASIONE DELLA CULTURA DI SINISTRA

Uno dei chiodi su cui batte la propaganda governativa è la denuncia della “egemonia culturale della sinistra” e la necessità di porre fine a questa intollerabile situazione. Dunque, in un Paese in cui ignoranza e analfabetismo di ritorno rappresentano una vera e propria emergenza umana, il problema sarebbe l’«egemonia» della cultura della sinistra. Notiamo che il termine «egemonia», usato in questo contesto, rimanda alla teoria di Antonio Gramsci, il primo segretario del Partito Comunista d’Italia assassinato nel 1937 dal fascismo. Non c’è da stupirsi: chi non ha idee ammazza i pensatori e cerca di impedire che i loro cervelli funzionino per poi stravolgerne e falsificarne il pensiero. Infatti, il senso che Gramsci dava all’egemonia era tutt’altro, ma è bene non approfondire l’argomento: si raffredderebbe il chiodo arroventato della propaganda governativa per la quale la parola “sinistra” (che, pare, sia priva del plurale) è uguale a “comunismo” (anche questo senza plurale).

Ora, bisognerebbe capire come possa la presunta massa granitica dei comunisti esprimere una supposta egemonia in un paese in cui tutto il sistema televisivo è concentrato nelle mani di Berlusconi (il cui partito è al governo) e del governo stesso; dove stampa ed editoria sono quasi totalmente sotto il controllo delle destre e dei gruppi economici dominanti; dove il sistema dell’istruzione pubblica è stato devastato e immiserito nella sua funzione fondamentale di fornire un’educazione critica e pluralista; dove la rete e i social sono la giungla della disperazione sociale, dei narcisismi e dei più bassi istinti; dove la società civile boccheggia e si inaridisce; dove non solo manca un partito comunista, ma milioni di lavoratori, immigrati, disoccupati, poveri non hanno difese né rappresentanza politica né voce; dove l’opposizione parlamentare ha da decenni rinnegato ogni richiamo non solo al marxismo ma spesso allo stesso patrimonio sociale e politico di due secoli di storia e di lotte del movimento operaio italiano. Questa opposizione, che gode ancora di qualche stonata voce in capitolo, è caso mai degradata a una sinistra liberal, una marmellata irrancidita, una copia alquanto sbiadita e inopportuna di quella statunitense che, appunto, niente ha mai avuto né vuole spartire col comunismo. Sono le classi dominanti, da sempre, a esprimere la loro egemonia culturale altro che «egemonia della sinistra»! Allora, il gioco di parole è scoperto: scalzare un inesistente dominio della cultura di sinistra altro non è che uno specchietto per le allodole. Il vero obiettivo è quello di stracciare la Carta costituzionale, di passare sopra alle stesse garanzie borghesi, al diritto internazionale e, come dimostra l’ignobile gestione della questione migratoria, alle minime norme di convivenza civile e umanità, di fare a pezzi quello che rimane delle conquiste del movimento operaio sotto il regime repubblicano.

: LA FAMOSA INVASIONE DELLA CULTURA DI SINISTRA

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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