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Non c’è altro da aggiungere. Con l’elezione del Presidente della Repubblica, la parabola della degenerazione del sistema politico italiano ha compiuto un altro passo in discesa. Il dato fondamentale è stato l’incapacità di questo ceto politico di selezionare al suo interno e di candidare una solo faccia minimamente presentabile. Il che, tra l’altro, la dice lunga sul rispetto e sulla fiducia che i parlamentari ripongono nei confronti di se stessi, dei loro colleghi e del loro ruolo. Nei nomi proposti durante gli scrutini alla fine si è trovato un po’ di tutto come in una vecchia soffitta dal tetto squarciato: qualche vecchia cariatide della balena bianca; topi di ministero; sinistri scricchiolii di servizi di sicurezza (nome che, solo al pronunciarlo, evoca alcune tra le pagine più tetre della repubblica); magistrati; avvocati e ministri berlusconiani. Mancava solo, ingiustamente dimenticato, il bibliotecario Giuseppe Garibaldi del film di Claudio Bisio.  Il tutto è stato abbondantemente annaffiato da ...continua a leggere "UN ALTRO SPETTACOLO INDECOROSO"

La sinfonia n.7 di Šostakovič, l'eroismo di una città e la miseria del revisionismo

Il 22 giugno 1941 la Germania nazista scatenò l'assalto all'Unione Sovietica. La città di Leningrado era uno dei tre obiettivi prioritari dell'Operazione Barbarossa a causa della posizione strategica della città, la presenza della base della flotta del Baltico e di importanti industrie oltre che del valore simbolico che rappresentava agli occhi di Hitler la culla del bolscevismo sovietico. Il generale Halder annotò nel proprio diario, l'8 luglio del 1941: “l'inflessibile decisione del Fuhrer è di radere al suolo Mosca e Leningrado onde disfarsi interamente della popolazione di queste città”. La sua mancata conquista fu una delle più dure sconfitte della “guerra lampo” che Adolf Hitler aveva sognato di terminare in sei o otto settimane. Il 30 agosto 1941, le divisioni tedesche raggiunsero il fiume Neva, tagliando le comunicazioni ferroviarie e, con esse, la possibilità di rifornire di viveri e materiale bellico la città. L'8 settembre l'accerchiamento era completo. Iniziò così un assedio che sarebbe ...continua a leggere "RICORDO DEGLI EROI DI LENINGRADO"

Novara - Cotonificio Olcese

Getta uno schizzo di fango e fuggi. Meglio se in bicicletta. Così si può riassumere la strategia comunicativa di “Striscia”, una delle peggiori armi di distrazione di massa dell’ormai arrugginita corazzata mediatica di Mediaset. Infatti, il «reportage terrificante» di lunedì 17 gennaio sul degrado delle aree industriali dismesse della città di Novara si è risolto, al solito, in uno scoop scandalistico teso ad accrescere la paura e lo schifo che fermentano e gorgogliano nelle “pance” dei telespettatori e ad alimentare strette repressive e domande di vecchie e noiose politiche securitarie. In realtà, le immagini che sono passate sullo schermo non sono certo dissimili né più indigeste di quelle che si potrebbero registrare nelle altre città italiane e da tempo immemorabile. E qui basta andare con la memoria agli anni Settanta, alle stragi dell’eroina che ha maciullato intere generazioni e consentito di accumulare quei capitali che poi le mafie hanno investito nell’economia legale e hanno usato per infettare un sistema politico già ampiamente corrotto. E l’eroina, anche se i media fanno finta di non accorgersene, continua ancora oggi ad ammazzare. D’altra parte, il biscione di Striscia non ha speso una parola sulle cause e sulle radici profonde di questo degrado né sulle pesanti responsabilità politiche e sociali che non possono certo essere caricate sulle spalle di invisibili “pachistani di merda” che si aggirano ...continua a leggere "STRISCIA LA… NOVARA"

Imprigionata, violentata e costantemente intimidita dalle forze di sicurezza marocchine

L’irrisolta questione dell’autodeterminazione del popolo Saharawi e del rispetto dei diritti umani dei suoi cittadini torna in questi giorni d’attualità anche a seguito di dispute diplomatiche con la vicina Algeria e dell’intervento dell’O.N.U. Si tratta di una questione, quella legata al Sahara Occidentale e alle violenze perpetrate dalle forze di sicurezza marocchine contro i militanti Saharawi, che trova nella vicenda di Sultana KHAYA. L’attivista Saharawi è diventata nel tempo, forse anche suo malgrado, il simbolo della lotta di un intero popolo. Sultana Khaya è Presidentessa della Lega per la difesa dei diritti umani e contro il saccheggio delle ...continua a leggere "SOLIDARIETÀ CON LA MILITANTE SAHARAWI SULTANA KHAYA"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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