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È morto, stroncato dal covid, il medico cubano Graciliano Diaz Bartolo. Nello scorso mese di marzo, fu in Italia, con i compagni della brigata sanitaria internazionalista “Henry Reeve”, nella battaglia contro il virus durante la fase acuta della pandemia. È scomparso un medico fedele al giuramento d’Ippocrate, un combattente, che ha anteposto la difesa della vita e la solidarietà umana al principio del profitto, anche sulla pelle dei malati, che regola i sistemi sanitari neoliberisti e le big pharma. È scomparso un uomo generoso e buono, così lo ricorda chi lo ha conosciuto a Crema in quei giorni d’inferno. È scomparso un cubano, orgoglioso del proprio paese, cresciuto nelle ristrettezze del “bloqueo” imposto dall’arroganza USA. È scomparso un socialista fermo nella convinzione di unire scienza e coscienza: «Médicos y no bombas!» Lo ricordiamo con tutto l’affetto e la gratitudine in uno dei momenti più difficili per Cuba, una terra ricca di una umanità e di una intelligenza che, alla fine, riuscirà a scalzare il tallone di ferro del padrone del “cortile di casa” che la opprime.

Cuba è tormentata da proteste e manifestazioni da parte della popolazione in questi giorni a seguito della grave crisi economica e dell’allarmante diffusione pandemica presente nel paese. Innegabili sono le difficoltà e i problemi interni del governo comunista cubano a fronte di una situazione drammatica a livello mondiale. Ma la realtà cubana è da 60 anni oppressa dal criminale blocco economico attuato dagli Usa dopo il fallimento dell’invasione della baia dei Porci. Embargo che prevede sanzioni anche contro chi commercia con l’isola caraibica, imprese Stati. Bloqueo condannato ripetutamente con voti unanimi, tranne Usa e Israele, dalle Nazioni Unite. Gli yankee ovviamente non hanno mai osservato. Tutto questo ha da sempre provocato difficoltà, limitazioni al governo cubano di approvviginarsi di beni, di materie prime, di ricambi di elementi sanitari, di impianti ...continua a leggere "CUBA RESISTE"

Cinquant’anni fa, il 18 giugno 1971, moriva il senatore Francesco Moranino, il commissario politico della 12a divisione d’assalto Garibaldi “Piero Pajetta, Nedo”. All’indomani, il feretro fu trasportato dalla casa di Grugliasco, dove il comandante Gemisto stava trascorrendo un periodo di convalescenza, alla camera ardente allestita a Vercelli dalla Federazione comunista. Il 20 giugno, si svolse la cerimonia funebre a Tollegno, dove Moranino era nato il 16 febbraio 1920. Furono giorni di intensa commozione e di corale partecipazione popolare, conferma e sigillo di quel forte legame che aveva sempre unito Moranino alle genti del Biellese e del Vercellese e che non si era mai incrinato, nemmeno di fronte alla vile persecuzione che egli aveva subito durante gli anni della guerra fredda e dello strapotere democristiano.

Deputato, il più giovane, dell’Assemblea costituente, sottosegretario di stato alla Difesa nel terzo governo De Gasperi, parlamentare dal 1948 al 1958, Moranino, per lo straordinario valore simbolico e il prestigio acquisiti durante la lotta partigiana, si ...continua a leggere "MORANINO, COMANDANTE «GEMISTO»"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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