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Il 30 novembre 1943, le prime bande partigiane della Valsesia e dell’Ossola guidate dai mitici comandanti Vincenzo Moscatelli, Cino, e Filippo Maria Beltrami, il capitano, fecero una puntata sul centro industriale di Omegna. Con un sentimento misto fra lo stupore e l'entusiasmo, gli operai metallurgici e la popolazione accolsero i primi combattenti che rimasero in città fino al pomeriggio intessendo contatti preziosi, recando un po’ di conforto alle loro famiglie duramente provate dalla miseria e dalle disastrose guerre del duce, procurandosi armi e rifornimenti. Verso le ore 16, calate le tenebre invernali, quando i partigiani si erano ormai ordinatamente allontanati, giunsero i fascisti che si misero a percorrere in lungo e in largo una città deserta, urlando e sparando a casaccio su ogni ombra. Un bambino di cinque anni che giocava sul balcone di casa fu raggiunto dai proiettili dei repubblichini. Spirò poco dopo all’ospedale. Il 3 dicembre si tennero le esequie del piccolo alle quali parteciparono numerosi e senza armi molti partigiani delle vicine montagne. Nel lungo e dolente corteo funebre, durante il quale l’intera popolazione si raccolse attorno ai genitori, spiccava una corona di fiori con scritto «I patrioti non Ti dimenticheranno». E furono di parola. In queste settimane di polemiche sul futuro “presidente patriota”, tanto invocato dai neofascisti, fa bene ricordare che, in questo povero paese, ci sono stati e ci sono patrioti e “patrioti”. Fardelli d’Italia ha ...continua a leggere "C’È PATRIOTA E “PATRIOTA”"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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