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29 e 30 ottobre

Boleto di Madonna del Sasso

P R O P O S T A C O M U N I S T A     I N V I T A    A ROSSO D'AUTUNNO A BOLETO

SABATO 29 OTTOBRE

ore 15.00: inizio | incontro con visita e offerta floreale ai cippi partigiani

ore 16.00: incontro “Guerra e Pace oggi come ieri prima la Pace” con esponenti di

Verdi, Sinistra Italiana, Pci e movimenti del Verbano Cusio Ossola

Ore 18.00/18.30: incontro “Dopo il voto che fare” con rappresentanti di Sinistra

Italiana, Verdi, Pci, Proposta Comunista

Ore 20.00: cena “Autunno d’autore” con gli chef Roberto e Mario

[cappelletti in brodo fatti in casa e bollito misto piemontese, formaggio, acqua vino caffè €15]

Ore 21.30: momento musicale insieme

DOMENICA 30 OTTOBRE

ore 9.00: visita e offerta floreale ai cippi partigiani

ore 10.00: visita al museo degli Scalpellini

ore 11.00: incontro “Che Terra lasciamo ai nostri figli” con esponenti movimenti, associazioni e

partiti

Ore 12.30 Pranzo “Colori e sapori d’un rosso autunno” con gli chef Roberto e Mario

[panissa e fritto misto piemontese, formaggio, acqua, vino, caffè e dolce €20

Ore 15.00 incontro “Cuba la nostra solidarietà” con G.Luca Prada, coordinatore solidarietà di

Proposta Comunista di ritorno da Cuba, con Amanda Rodriguez Gonzales, studentessa ingegneria

chimica

Ore 16.30 conferenza “La nostra Storia, il nostro Futuro” di Angelo Vecchi, storico.

A seguire brindisi finale di saluto.RICOMINCIAMO DA NOI

La vergogna poco nascosta del nostro lusso. Un comparto economico importante per la ex Birmania e per la giunta militare al potere con il colpo di stato del 24 febbraio 2021, è il settore tessile e abbigliamento. Nelle aree industriali del paese asiatico, aziende a prevalenza di capitale cinese, con apporti di quello thailandese, birmano e indiano, lavorano per 61 brand europei della moda e del lusso, pagando regolarmente le tasse alla giunta militare golpista. La UE conosce perfettamente la situazione. Le commesse arrivano da Adidas (Germania), Zara e Bershka (Spagna), C&A (Paesi Bassi), Only e Ver Moda (Danimarca), Kiabi (Francia), Primark (Irlanda) HeM (Svezia). Non mancano i brand italiani, quali OVS, abbigliamento uomo, donna e bambino (pare abbia annunciato il suo ritiro dal paese); Proxima, abbigliamento protettivo; Love Moschino, abbigliamento e accessori; e Liu Jo, abbigliamento, scarpe, borse donna ecc, che invece rimangono candidamente a fare i loro sporchi interessi con le produzioni affidate alla Hesheng Myanmare. Solo due aziende italiane Benetton e Geox hanno da tempo lasciato il paese. Sporchi interessi del lusso europeo in un paese che ha militarizzato le aree industriali del settore tessile, dove è imposta la legge marziale e chi si azzarda a protestare viene denunciato e processato al tribunale militare. Naturalmente nell’indifferenza e compiacimento dei marchi occidentali. I sindacati sono fuori legge e sui dirigenti pende il mandato di cattura. Tutte le organizzazioni solidali con i lavoratori sono clandestine. Le condizioni nelle fabbriche sono di schiavitù: almeno 60 ore settimanali, straordinari obbligatori e spesso non retribuiti, e con € 1,78 al giorno, il tutto giustificato con «meglio schiavo che disoccupato».  I diritti delle lavoratrici e dei lavoratori birmani non sono certo nell’agenda della Commissione europea, pronta a sanzionare tutti, ma non a interrompere le preferenze commerciali a favore del Myanmar e della sua giunta attraverso gli accordi SPG e EBA. Evidentemente interessa di più salvaguardare i profitti dei “nostri” brand del lusso, piuttosto che la vita di milioni di lavoratrici e lavoratori birmani. Il Parlamento europeo, a dire il vero, a larghissima maggioranza aveva votato la sospensione di quegli accordi, ma la burocrazia europea è talmente lenta che quella deliberazione non è mai divenuta operativa. Miracoli del lusso. Allora la UE ha sanzionato 65 persone vicine o componenti della giunta militare, congelando i loro beni. Effetti, zero. Nessuna ricaduta sul comparto tessile. Invece a dir poco scandaloso e vergognoso il comportamento, certamente per interesse e complice dello schiavismo, dell’ambasciatore UE in Myanmar l’italiano Stefano Sannino. Infatti contraddicendo le decisioni seppure formali della UE, ha fatto pressioni su un marchio spagnolo affinché non lasciasse il paese. Inoltre, non contento, Sannino ha attaccato pubblicamente le iniziative di protesta degli attivisti per i diritti sindacali in Myanmar contro i brand della moda tenutesi recentemente a Londra. Il silenzio della UE è assolutamente evidente. La consegna è non nuocere ai padroni e ai militari, garantendo il profitto dei brand del lusso. Da più parti del paese sono giunte denunce documentate di abusi, violenze fisiche e psicologiche ai danni delle donne e degli uomini e della loro condizione di schiavi del telaio nelle industrie del tessile e dell’abbigliamento. Nel XXI secolo, nel nostro luccicante mondo occidentale, non interessa lo schiavismo, la distruzione dell’essere umano, delle lavoratrici e dei lavoratori. L’importante è conservare e aumentare il profitto. Quando riusciremo a far conoscere e denunciare queste disumane condizioni di sfruttamento, forse potremo sperare nella ripresa delle coscienze e della solidarietà di classe fra i lavoratori di tutto il pianeta.

Alfredo Perazza

Arriveranno a giorni 497 medici cubani in soccorso dell’ormai cronico fallimento della sanità calabrese. Il Presidente della regione calabra ha stipulato un accordo con il Ministero della salute Pubblica della Repubblica Socialista di Cuba per usufruire della professionalità e capacità dei medici cubani al fine di garantire almeno il minimo indispensabile di quello che rimane del disastro del sistema sanitario in Calabria, con la non tanto nascosta speranza di un miglioramento del servizio grazie al loro aiuto. Stiamo parlando della regione di un paese l’Italia membro del G7, club dei paesi più ricchi del mondo, fondatore dell’Europa. Eppure si è dovuto dopo anni di clientelismo, tangenti, corruzione, commistione degli enti pubblici e della politica di tutti i partiti con la malavita; di incapacità organizzative e programmatiche chiedere infine alla piccola, povera e sottosviluppata Cuba – in questo modo l’Occidente giudica l’isola caraibica – di affrontare l’emergenza sanitaria in Calabria. Come mai si fa ricorso ad un “regime comunista” come dite voi signori, per salvare la vita dei cittadini calabresi?

Quella piccola caparbia nazione che gli yankee cercano di strangolare da oltre 60 anni di embargo senza riuscirci, ha sviluppato un sistema economico e sociale, pur con tutti i limiti e le difficoltà, per l’uomo e le sue esigenze al centro della politica e non il mero profitto speculativo, anche sulla salute dei cittadini, come avviene nel sistema capitalistico dei “grandi paesi del G7”. Il nostro beneamato e glorificato sistema di vita e di società esporta la democrazia con le guerre, le armi, la violenza e la morte.

La socialista Repubblica di Cuba esporta vita, progresso con i suoi medici, insegnanti, vaccini anti Covid e non solo verso paesi poveri, ma anche verso gli “sviluppati” paesi capitalisti occidentali. Questa è realtà scomoda del socialismo cubano di Fidel, Che Guevara, Raul, Diaz Canel ha dato con enormi sacrifici del popolo cubano a tutto il mondo, da sottacere e denigrare e da attaccare. Quel “regime” comunista come dite voi uomini bianchi con gli occhi azzurri e i dollari in tasca, vi chiede se questo vostro sistema è autenticamente “democratico” e se questa è “la libertà”, di non riuscire a garantire la salute dei cittadini della Calabria. Quel “regime comunista”, come lo chiamate voi lor signori, vi insegna che la democrazia e la libertà è garantire la vita, la salute, l’esistenza dignitosa dei cittadini e il diritto a potersi curare. Dice a tutti noi che un altro mondo è possibile. Vi dice, cari lor signori, pur tra problemi e difficoltà non viene mai meno la solidarietà fra i popoli, anche verso coloro come l’Italia che ingrata ha votato all’ONU a favore dell’embargo yankee all’isola. Il servilismo verso il potente è prerogativa dei nostri governanti. Poi quando siete in braghe di tela cercate l’aiuto di Cuba e dei suoi medici anche di colore, alla faccia dei razzisti nostrani. Lo hanno capito bene i Presidenti di destra di Piemonte e Lombardia durante la pandemia e ora della Calabria. Hanno capito d’aver bisogno dei comunisti cubani per risolvere i loro problemi. Peccato che tantissimi della pseudo sinistra italiana alla sola parola socialismo, comunismo, non solo stortino il naso e abbiano la puzza al naso, ma facciano di tutto per cancellare questa storia, questa realtà. Noi Comunisti sappiamo da che parte stare. Hasta la victoria siempre.       Alfredo  Perazza

Cuba è tormentata da proteste e manifestazioni da parte della popolazione in questi giorni a seguito della grave crisi economica e dell’allarmante diffusione pandemica presente nel paese. Innegabili sono le difficoltà e i problemi interni del governo comunista cubano a fronte di una situazione drammatica a livello mondiale. Ma la realtà cubana è da 60 anni oppressa dal criminale blocco economico attuato dagli Usa dopo il fallimento dell’invasione della baia dei Porci. Embargo che prevede sanzioni anche contro chi commercia con l’isola caraibica, imprese Stati. Bloqueo condannato ripetutamente con voti unanimi, tranne Usa e Israele, dalle Nazioni Unite. Gli yankee ovviamente non hanno mai osservato. Tutto questo ha da sempre provocato difficoltà, limitazioni al governo cubano di approvviginarsi di beni, di materie prime, di ricambi di elementi sanitari, di impianti ...continua a leggere "CUBA RESISTE"

Il ritorno alla “normalità” del profitto si colora ancora una volta di sangue con l’assassinio a Biandrate di Adil Belakhdim, lavoratore di origine marocchina e di cittadinanza italiana, coordinatore novarese del sindacato Si Cobas. Adil aveva 37 anni. Lascia la moglie e due figli. La sua tragica morte richiama quella dell’omicidio di un altro operaio della logistica, l’egiziano Abd El Salam, 53 anni. Abdel, impegnato nel sindacato USB, è stato ammazzato a Piacenza il 14 settembre 2016. Laureato ma costretto in Italia da 13 anni a uno dei lavori più sfruttati per poter sopravvivere, ha lasciato anche lui una vedova e cinque orfani.

Pressoché uguale la dinamica delle due tragedie: un presidio dei lavoratori, un camionista che ingrana la marcia e li travolge. L’investitore di Abdel è stato assolto, lo scorso 8 luglio, dal tribunale di Piacenza. Una sentenza amara e di classe che non può trovare replica davanti al barbaro assassinio di Adil, investito, finito sotto il pesante automezzo, maciullato e lasciato esanime dopo qualche decina di metri. Il camionista, ci è passato sopra, non si è nemmeno fermato e ha continuato la sua corsa della morte imboccando la vicina autostrada dove è stato fermato e arrestato. Di fronte a una simile fredda disumanità non ci sono giustificazioni di sorta, men che meno vale invocare la condizione di sfruttamento dei padroncini dei trasporti. ...continua a leggere "GIUSTIZIA PER ADIL, DIGNITÀ PER I LAVORATORI DELLA LOGISTICA!"

Risposta della Segreteria nazionale ANPI e del Coordinamento regionale Veneto alla mozione approvata il 23 febbraio dal Consiglio regionale del Veneto nella quale si attacca pesantemente la nostra Associazione rea, secondo i proponenti, di fare negazionismo nel Giorno del ricordo
Siamo sdegnati per la mozione approvata il 23 febbraio dal Consiglio regionale del Veneto che riproduce l'analoga mozione approvata nel 2019 dal Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia.

...continua a leggere "ANPI: solo menzogne, scempio della storia e della Costituzione"

La multinazionale statunitense Pfizer, proprietaria anche di uno dei vaccini anticovid licenzierà il 15 per cento del personale del suo centro di distribuzione a Zaventem, in Belgio, e parte delle attività di questa struttura saranno trasferite in Romania. A riferirlo è il quotidiano belga “La Libre Belgique”.

Secondo fonti sindacali, circa 38 dei 238 dipendenti del centro di distribuzione Pfizer a Zaventem, in Belgio, rischierebbero di perdere il lavoro. Il motivo indicato dalla dirigenza dell’azienda sarebbe il trasferimento del servizio di pianificazione delle forniture a Bucarest.

Dunque la Pfizer, uno dei maggiori produttori di vaccini contro il Covid-19, nel bel mezzo di una pandemia ritiene strategico licenziare personale e delocalizzare in paesi con salari più bassi. Per problemi economici? Al contrario.

Marc Botenga, eurodeputato belga del PTB, denuncia come l’ anno scorso la Pfizer ha versato 8,4 miliardi di dividendi ai propri azionisti e che per quest’anno sono previste altri 15 miliardi di entrate finanziarie grazie al vaccino. Con un margine di profitto che va dal 25 al 30 %. Ma la Pfizer licenzia. Senza scrupoli.

La multinazionale Pfizer agisce dunque come lo scorpione della favola di Esopo. La sua natura è quella di pungere e uccidere, ed a nulla era servito alla povera rana avergli fatto attraversare il fiume sul proprio dorso.

In Belgio, il gruppo farmaceutico Pfizer conta attualmente circa 2.500 dipendenti, distribuiti in quattro sedi: Anderlecht (centro di ricerca clinica), Ixelles (sede amministrativa e commerciale), Puurs (centro di produzione) e Zaventem (centro di distribuzione). In quest’ultimo sono previsti i licenziamenti annnunciati.

La dirigenza dell’azienda riferisce che i licenziamenti in Belgio e la delocalizzazione in Romania, rientrano nel processo di ristrutturazione aziendale volta anche a semplificare i processi di forniture. “Cerchiamo costantemente di ottimizzare l’organizzazione della catena di fornitura globale. Attualmente stiamo esplorando opzioni che ci consentiranno di centralizzare meglio le nostre risorse, migliorare l’efficienza dei processi, pur continuando a fornire i migliori servizi. Questo potrebbe tradursi nella ridistribuzione di una serie di funzioni della catena di approvvigionamento attraverso la nostra rete estesa”, ha detto un portavoce di Pfizer.

Anche in Italia, pochi mesi fa, la Pfizer ha licenziato 60 persone dallo stabilimento di Ascoli Piceno.

I consigli di amministrazioni delle multinazionali, somigliano sempre di più a organizzazioni criminali. Tagliano senza scrupoli, speculano sui vaccini anche in presenza di una pandemia, si fanno beffe dei governi e delle istituzioni. Ultima in ordine di tempo la Commissione europea

https://contropiano.org/news/politica-news/2021/03/05/pfizer-come-lo-scorpione-profitti-stellari-ma-licenzia-e-delocalizza-0136907

...continua a leggere "Pfizer come lo scorpione. Profitti stellari ma licenzia e delocalizza"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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