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È scritta in inglese “Bosnia grave of dooned”, Bosnia tomba dei dannati, sui muri della città di Bihac nel cantone settentrionale di Una-Sana in Bosnia – Erzegovina a 10 km dal confine croato, trincea dell’Europa contro i migranti della Rotta Balcanica. Qui non si passa per l’Europa. La città di Bihac, 60.000 abitanti, è divenuta suo malgrado avamposto di frontiera. Il confine con la Croazia è fra i più blindati d’Europa. Questo grazie alla civile e democratica Europa che foraggiando il governo croato con 108 milioni di euro nel periodo 2014- 2020 e aumentando di 6,8 milioni all’anno dal 2018, ha risolto “il suo problema” trasformando la Bosnia in una tomba per i migranti. La Croazia a differenza della fascista Ungheria che ha innalzato un invalicabile muro di filo spinato, usa un armamentario più soft, moderno fatto di droni, rilevatori di movimento, termo e video camere. E’ l’aspetto high tech della frontiera croata. Quello meno noto perché taciuto, ma più reale, è fatto di manganelli, botte pestaggi e di ruberie da parte della polizia croata a danni dei ...continua a leggere "BOSNIA, LA TOMBA DELL’EUROPA"

È nelle librerie “Requiem per la Bosnia”, il nuovo volume di Barbara Castellaro pubblicato da Infinito Edizioni nella collana Orienti, con l’introduzione e le fotografie di Paolo Siccardi e la postfazione di Marco Travaglini. Quello della scrittrice è un reportage che apre una finestra, soprattutto sotto il profilo umano, alla scoperta di cos’è stata, cos’è e forse cosa potrà essere la Bosnia Erzegovina, terra martoriata dal conflitto nella prima metà degli anni ’90 del secolo scorso proprio sul crinale tra Occidente e Oriente, in quella che viene definita l’Europa “di mezzo”. Un libro che racconta il grumo d’emozioni, gioie e dolore che pesano nell’anima della gente che abita e abitava quei territori balcanici, dove Barbara ha colto la vitalità di un popolo che ha sofferto pene indicibili, la sua necessità di non ...continua a leggere "REQUIEM PER LA BOSNIA, UN LIBRO DI BARBARA CASTELLARO"

Una storia dentro l’incubo reale della Bosnia nei primi anni ‘90

di Marco Travaglini

Prijedor, Bosnia Erzegovina, in quella che oggi è la terza città della Repubblica serba di Bosnia (Rs), tra la primavera e l’estate del 1992 accaddero cose spaventose. Sembrava d’essere tornati ai tempi del nazismo. Gli ultranazionalisti serbo-bosniaci vogliono sradicare i “non serbi”, danno la caccia ai musulmani e lo fanno con le deportazioni e gli omicidi. Vengono creati per quest’ultimo scopo tre campi di concentramento e, spesso, di sterminio. Nomi che, alla memoria, suonano tremendi: Omarska. Keraterm. Trnopolje. In quest’ultimo luogo, composto da una scuola, una casa del popolo e un prato, vengono recluse tra le quattromila e le settemila persone. Ed è lì e nei dintorni che è ambientata la storia narrata nel libro di Luca Leone e Daniele Zanon. “Tre serbi, due musulmani e un lupo” è un racconto di fantasia, ma poggia su solide basi storiche e di testimonianza. Questo libro non è solo un romanzo, ma anche un reportage di quanto accaduto in un tempo troppo vicino a noi per non conoscere o non voler sapere. Vengono evocati un quadro terribile di violenze, sopraffazioni, omicidi, odio nazionalista e un clima allucinante, ...continua a leggere "TRE SERBI, DUE MUSULMANI, UN LUPO"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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