Diminuiscono gli occupati, diminuiscono i dati ufficiali sulle morti bianche e sugli incidenti del lavoro, ma la strage continua, più feroce che mai. Ricordiamo la parole di Paolo Pietrangeli, nella canzone "Uguaglianza":
«T'ho visto lì per terra,
nel sole del cantiere,
le braccia e gambe rotte dal dolore;
dicevan ch'eri matto,
ma devo ringraziar la tua pazzia.
T'ho visto lì per terra,
poi t'ha coperto il viso
le giacca del padrone che t'ha ucciso;
ti hanno nascosto subito,
eri per loro ormai da buttar via.
Ci dicono: siete uguali;
ma io vorrei sapere:
uguali davanti a chi?
uguali perché e per chi?
È comodo per voi
dire che siamo uguali
davanti a una giustizia partigiana;
che è questa giustizia,
se non la vostra guardia quotidiana?
Ci dicono: siete uguali;
ma io vorrei sapere:
uguali davanti a chi?
uguali perché e per chi?
È comodo per voi,
che avete in mano tutto,
dire che siamo uguali davanti a Dio;
è un Dio che è tutto vostro,
un Dio che non accetto e non conosco.
Dicevi questo ed altro
e ti chiamavan matto,
ma quello in cui credevi sarà fatto:
alla legge del padrone
risponderemo con rivoluzione!»