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di Marco Travaglini

Nell’autunno del 1911 il Collegio Carlo Alberto di Torino bandì un concorso riservato a tutti gli studenti poveri licenziati dai Licei del Regno. Venivano offerte trentanove borse di studio, ciascuna con una dotazione di settanta lire al mese per dieci mesi. Un’iniziativa ritenuta meritoria, con l’obiettivo di consentire l’accesso all’Università anche a chi non disponeva dei mezzi finanziari necessari per mantenersi gli studi e vivere nella città dell’auto.
Antonio Gramsci fu uno dei due studenti di Cagliari ammessi a sostenere gli esami a Torino. «Partii per Torino come se fossi in stato di sonnambulismo», scrisse. Raggiunse la città subalpina con 55 lire in tasca poiché aveva «speso 45 lire per il viaggio in terza classe delle cento avute da casa». Si iscrisse alla Facoltà di Lettere. A quel tempo le aule si trovavano nell’attuale palazzo del Rettorato. Gramsci non si limitò a frequentare quei corsi e seguì con interesse anche le lezioni tenute a Giurisprudenza da Einaudi e Ruffini. Vivere a Torino era un’impresa: le settanta lire ...continua a leggere "ANTONIO GRAMSCI E LA TORINO D’INIZIO NOVECENTO"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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