Martedì 12 giugno, la maestra Flavia Cassaro è stata licenziata dall’Ufficio scolastico del Piemonte. Per antifascismo. La memoria va agli anni della prima guerra mondiale, quando furono confinati, incarcerati ed espulsi dalla scuola gli insegnanti pacifisti e internazionalisti. O ancora alle vergogne del ventennio fascista durante il quale maestre e maestri antifascisti furono aggrediti e percossi, umiliati e talvolta uccisi davanti ai loro scolari, perseguitati fin nell’intimità delle loro case, processati dal tribunale speciale e infine privati del lavoro e gettati sul lastrico. O ancora al periodo dello strapotere democristiano e clericale con le sue virulente campagne contro il «culturame» e la repressione contro tutte quelle forme di libertà pedagogica – tutelata dall’art. 33 della Costituzione – e di pensiero per qualsiasi motivo sgradite a preti e a plenipotenziari scudocrociati.
Se possibile, nel licenziamento di Flavia – di per sé una mostruosità giuridica –, c’è qualcosa di ancora più grave: la motivazione non riguarda infatti il suo comportamento sul posto di lavoro, che non è mai stato oggetto di contestazione da parte dei superiori, ma la sua vita di privata cittadina, i suoi comportamenti al di ...continua a leggere "TORINO, LICENZIATA PERCHÉ ANTIFASCISTA"