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di Marco Travaglini

È passato poco più di un anno da quando Dario Fo , il “grande giullare”, ci ha lasciati ed è bello pensare che sia tornato, almeno in spirito, sul lago Maggiore, in quel “paese dei mezaràt“, a cui ha dedicato l’omonimo, bellissimo libro in cui ha raccolto le sue memorie d’indocile ragazzino. In quelle pagine Dario Fo racconta i luoghi, gli eventi e i personaggi leggendari che hanno segnato la sua infanzia ( e non solo).
Prendendo le mosse dai luoghi natii ( Sangiano, in provincia di Varese) e da quelli dove trascorse l’infanzia, Dario Fo restituisce ai lettori le imprese del padre ferroviere, le visite in Lomellina al nonno Bristìn, l’apprendistato all’Accademia di Brera di Milano, gli stratagemmi per campare, il dramma della guerra, per finire — con un notevole salto temporale in avanti — ai funerali di “Pà Fo”, figura centrale di questo romanzo di formazione. Il titolo rimanda al dialetto in uso sulla sponda lombarda del lago Maggiore, dove mezaràt significa mezzo-topo, pipistrello. Il paese ...continua a leggere "Chissà se Dario Fo è tornato nel “paese dei mezarat”…"

E' morto Gianni Maierna. Ex partigiano, presidente dell’Anpi e per tanti anni amministratore pubblico a Verbania e alla provincia di Novara. Per il PCI prima e poi per Rifondazione Comunista. Gianni era nato a Intra 92 anni fa, nel 1925. Partecipò giovanissimo alla Resistenza, nelle file dei Gap di Intra e combattè per 18 lunghi mesi da partigiano. Operaio alla Rhodiatoce di Pallanza, nell'immediato dopoguerra, svolse inseguito un'attività in proprio con l’autofficina e il distributore di carburante in corso Cairoli a Intra. Gianni Maierna è stato tra i protagonisti della Casa della Resistenza di Fondotoce, dedicando gran parte del suo impegno e della ...continua a leggere "E’ MORTO GIANNI MAIERNA, PARTIGIANO E COMUNISTA"

Sabato 30 settembre, alle 17,30, nella Sala esposizioni Panizza di Ghiffa (Vb) l’Officina di incisione e stampa Il Brunitoio ha organizzato un importante incontro culturale con il giornalista e photoreporter torinese Paolo Siccardi. L’evento, nell’ambito della mostra “Gioco e potere” del pittore e sculture Enrico Baj, s’intitola “Reportage. Dai teatri di guerra e dalle rotte dei migranti”. Un percorso tra le immagini più significative e le storie raccolte nelle zone di guerra più “calde” del mondo, impresse con l’intento di “dare voce a quell’umanità fatta di singole persone sovente dimenticate dalla cronaca e cancellate dalla storia”. Paolo Siccardi, 55 anni, ...continua a leggere "DAI TEATRI DI GUERRA ALLE ROTTE DEI MIGRANTI. Paolo Siccardi il 30 settembre al Brunitoio di Ghiffa"

Le ultime elezioni comunali hanno consegnato, o riconsegnato, le nostre città a giunte di destra che rappresentano minoranze sempre più esigue e comitati d’affari ancor più insaziabili e spietati. A Borgomanero, tutto si è risolto al primo turno: poco più della metà del 58% dei votanti (nel 2012 votò più del 66%) ha scelto il primo cittadino. A Omegna, al ballottaggio, si è recato alle urne meno della metà degli elettori e la prima lista vi era giunta col 39% dei consensi. A Borgosesia, gli elettori sono diminuiti dal 70 al 65% e la lista vincente si è attestata sul 38%. I conti sono presto fatti: a Borgosesia, chi governa rappresenta un quarto dell’elettorato; a Borgomanero il 29 %; a Omegna, nel primo turno, raggiunge appena il 20%. Nei tre centri, su quasi 42 mila elettori, hanno disertato le urne più di 17 mila cittadini. Non c’è dubbio alcuno: nei prossimi anni, le amministrazioni delle nostre città saranno espressioni di minoranze.

...continua a leggere "11 GIUGNO: LA MINORANZA AL GOVERNO DEI COMUNI"

Lo scorso 17 aprile, lunedì di pasquetta, la compagna Annamaria Prandina è stata trovata morta nella sua abilitazione di Novara, dove viveva sola dal momento della lungodegenza della sua unica figlia.
Con le parole di Teresa Noce, la mitica Estella delle brigate internazionali e della Resistenza, si era definita “brutta, povera e comunista”. Era il suo un atteggiamento di sfida, una dimostrazione di coraggio e, al tempo stesso, la coscienza del male di vivere per chi nasce proletaria. Riviveva in lei quello spirito combattivo delle donne “forti” della nostra tradizione socialista e comunista come Nina Seccatore, la Wanda dei primi scioperi nelle risaie agli inizi del ‘900; come Maria Giudice, alla testa durante la prima guerra delle lotte alla Manifattura Lane di Borgosesia; come Abigaille Zanetta, irriducibile antimilitarista e internazionalista; come le mondine ...continua a leggere "ANNAMARIA PRANDINA"

di Marco Travaglini

Era la sera del 30 giugno 1990. Ventisei anni fa, a Firenze. L’orologio indicava che di lì a poco sarebbero scoccate le 19,30 della sera e allo stadio Comunale ( quello che oggi porta il nome di Artemio Franchi) faceva un gran caldo. Nell’aria ferma e umida non c’era verso di trovare un briciolo di refrigerio. Ai calci di rigore si stavano decidendo i quarti di finale dei mondiali di calcio tra l’Argentina di Maradona e la Jugoslavia dei tanti talenti balcanici. Dopo 120 minuti di calcio a decidere fu un rigore di Faruk Hadžibegić, un difensore, maglia blu numero cinque della nazionale della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Quello che, due anni dopo, fu ...continua a leggere "L’ ULTIMO RIGORE DI FARUK, STORIA DI CALCIO E DI GUERRA / Reprint"

di Marco Travaglini

Nel periodo più buio della storia italiana, durante l’occupazione nazifascista dell’Italia del nord, la Repubblica partigiana dell’Ossola ha rappresentato il primo tentativo organizzato di rinascita democratica del paese. Per più di quaranta giorni, dal 10 settembre al 23 ottobre del 1944, oltre ottantamila cittadini furono i protagonisti del governo di un vasto territorio all’estremo nord del Piemonte, al confine con la Svizzera, dandosi un ordinamento repubblicano ed una legislazione che sarà in parte riproposta e rivalutata nella Costituzione italiana del 1946. La vicinanza con la Confederazione Elvetica consentì di seguire con interesse e attenzione le vicende di questo territorio libero anche da parte della stampa internazionale. Una storia, quella dei “quaranta giorni di libertà”, breve ma ricca di ...continua a leggere "LA RINASCITA DEMOCRATICA DEL PAESE La “Repubblica” della Val d’Ossola / Reprint"

“ – Intervistatore: Il fascismo fu dunque una sorta di Moby Dick, un condensato del male che scatenò, per antitesi, la Resistenza…
Fenoglio: No, faccia attenzione. In primo luogo Moby Dick è il simbolo del male tutto, preso nella sua vastità e profondità oceanica; è il male nobile, grande, eterno, sublime… il fascismo non fu che una povera cosa, come le ho detto, la pelle lubrica di un corpo malato”.
Con queste parole, tratte dalla Piccola intervista impossibile a Beppe Fenoglio che chiude il volume Racconti partigiani, Giacomo Verri rende omaggio al grande autore piemontese e, al tempo stesso, definisce il carattere di fondo del fascismo, la sua ennesima sconfitta, il suo ultimo fallimento: quello di rappresentare una sorta di male in sedicesimo, miserabile e decadente, come le ideologie irrazionaliste e nazionaliste che lo plasmarono e lo alimentarono. I Racconti seguono e completano ...continua a leggere "GIACOMO VERRI, RACCONTI PARTIGIANI / Reprint"

Ci ha lasciati il compagno partigiano Tek.
Gli ultimi momenti sono stati per lui di grande sofferenza. Lo abbiamo seguito con trepidazione. Lo dicono le statistiche. La speranza di vita si è allungata rispetto al passato, la qualità della vita è migliorata, ma la fine, gli ultimi momenti sono il più delle volte tormentosi e tanto sofferti.
Giacomino Foglia era nato a Barengo il 19 marzo 1925. Tek era il nome di battaglia nella Resistenza. Nei nostri paesi, ci si chiama per soprannome, un’abitudine che oggi si va perdendo. Siamo nell’epoca del nickname. Avere un nome diverso, essere conosciuto attraverso un nome di battaglia era un segno di rispetto, una condizione di privilegio riservata a pochi e lui, per noi tutti, era ed è il Tek. Raccontava spesso ...continua a leggere "L’ONORE DELLA VALSESIA / Reprint"

Da qualche anno la Liberazione è diventata una festa multietnica e sempre più colorata. Si tratta di una conseguenza dell’immigrazione, ma c’è anche qualcosa di più profondo. L’Italia ha un passato coloniale che, in quanto a ferocia e rapina, non teme confronti con altri imperialismi. Non c’è differenza tra le vittime innocenti degli eccidi nazifascisti in Italia e le popolazioni massacrate dai gerarchi fascisti nelle colonie italiane. Allo stesso modo, gli africani che si batterono contro le guerre coloniali fasciste sono accomunati, in dignità e spirito di libertà, con i partigiani e i civili che contrastarono l’invasione nazista e il vile collaborazionismo repubblichino. Tra di loro c’è una figura gloriosa e indimenticabile: il partigiano nero Giorgio Marincola.
Sarà pur vero che i governi liberali prima e il fascismo poi si avventurarono nella colonizzazione quando le fette più succulente della torta erano già state spartite tra ...continua a leggere "LA PELLE NERA DEL PARTIGIANO / Reprint"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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