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Fu un anno straordinario quello compreso tra la primavera del 1920, durante la quale si svolse il durissimo sciopero dei Cinquanta giorni, una delle più ampie agitazioni agrarie del Paese, seguito a settembre dall’occupazione delle fabbriche, e la primavera del 1921. Sotto l’impulso dei «dieci giorni che sconvolsero il mondo» - la rivoluzione di ottobre - milioni di lavoratori si mobilitarono e scesero in lotta animati da una volontà e da una speranza di riscatto senza precedenti. Gli avvenimenti, le ragioni, le vite e le aspirazioni dei protagonisti dimenticati di quella stagione epica, sono ricostruiti in questo libro, prima, in modo sintetico, a livello generale poi nello specifico della realtà novarese, che fu una delle più attive nella costruzione del nuovo partito comunista. 

Presentazione del libro: 21 aprile 2022, ore 18, Cacciana di Fontaneto d'Agogna, area chiesa

22 aprile, ore 21, Madonna del Sasso, Municipio

...continua a leggere "1921-2021 CENTO ANNI DI COMUNISMO NEL NOVARESE"

I LAVORATORI RIFIUTANO DI CARICARE GLI AEREI. Sabato 19 manifestazione USB al Galilei

Diamo diffusione al comunicato dell'USB pisana

Pisa, 14/03/2022 20:15. Alcuni lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa ci hanno informato di un fatto gravissimo: dal Cargo Village sito presso l'Aeroporto civile partono voli “umanitari”, che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti. Ma non è così!

Quando si sono presentati sotto l'aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi.

Una amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi. ...continua a leggere "DALL’AEROPORTO DI PISA ARMI ALL’UCRAINA MASCHERATE DA AIUTI UMANITARI"

Sabato 5 marzo, commemorazione del 77° anniversario dell'eccidio della Pozzasca di Serravalle Sesia. Il ritrovo è alle ore 13.30 in piazza Antonelli di Maggiora e alle 14.30 al monumento ai partigiani della 84a "Strisciante Musati" presso il cimitero di Lozzolo. Quest'anno la memoria del sacrificio dei caduti della Pozzasca assume un particolare significato per la condizione di emergenza bellica e per attualizzare i valori della Resistenza: NO alla guerra! Rispetto dell'art. 11 della Costituzione e nessun coinvolgimento dell'Italia in operazioni armate! Fuori la NATO dall'Italia! Solidarietà con i popoli vittime del conflitto!  La locandina dell'evento:

Pozzasca 5 marzo 2022

 

Imprigionata, violentata e costantemente intimidita dalle forze di sicurezza marocchine

L’irrisolta questione dell’autodeterminazione del popolo Saharawi e del rispetto dei diritti umani dei suoi cittadini torna in questi giorni d’attualità anche a seguito di dispute diplomatiche con la vicina Algeria e dell’intervento dell’O.N.U. Si tratta di una questione, quella legata al Sahara Occidentale e alle violenze perpetrate dalle forze di sicurezza marocchine contro i militanti Saharawi, che trova nella vicenda di Sultana KHAYA. L’attivista Saharawi è diventata nel tempo, forse anche suo malgrado, il simbolo della lotta di un intero popolo. Sultana Khaya è Presidentessa della Lega per la difesa dei diritti umani e contro il saccheggio delle ...continua a leggere "SOLIDARIETÀ CON LA MILITANTE SAHARAWI SULTANA KHAYA"

Quella dell’operaio di origine senegalese Modu Sow è una vicenda raccapricciante, che ha dell’incredibile. È una vergogna che aggrava il degrado civile di questo Paese e pesa su di un sistema giudiziario che, ancora una volta, ha mostrato non solo la sua incapacità di fare giustizia ma anche il suo volto duramente classista. Modu fu assassinato sul posto di lavoro dieci anni fa e fatto sparire. I padroni della fabbrica, processati, condannati in due appelli, alla fine, furono assolti in via definitiva perché risultò determinante il mancato ritrovamento del corpo della vittima. Ora, i poveri resti di Modu sono riemersi e sono stati precisamente identificati, ma i suoi carnefici, nel frattempo arrestati per reati di stampo mafioso, non potranno più essere chiamati a rispondere di questo orrendo delitto a sfondo razziale. Mohamed Sow, “Modu”, lavorava alla Pulimetal di Paruzzaro, una piccola pulitura dell’Alto novarese, una delle tante micro-aziende che formano il capillare tessuto connettivo del distretto della rubinetteria e del valvolame. È stata proprio la flessibilità di queste piccole officine – dove non c’è sindacato, i controlli degli organi di vigilanza sono inesistenti e la promiscuità con il lavoro nero è evidente – che ha consentito al distretto di attutire i colpi delle crisi recenti, compresa quella pandemica, e di ...continua a leggere "MODU: GLI ASSASSINI IMPUNITI «IN VIA DEFINITIVA»?"

Nel consueto raduno settimanale, sabato scorso, è ricomparsa a Novara la promotrice dello squallido corteo del 30 ottobre scorso durante il quale una trentina di No vax-No pass si erano frammischiati con una pettorina che simulava la divisa dei campi di sterminio. Per quanto sia importante sottolineare che il problema non è personale, tuttavia è impossibile non ritornare su alcune rumorose affermazioni che la leader del movimento ha pubblicamente esternato in piazza Gramsci. La pausa di riflessione, infatti, non pare sia stata buona consigliera e, dalle parole pronunciate dalla leader del movimento in piazza Gramsci, non traspare nessuna consapevolezza della portata dello sconsiderato gesto di due settimane fa. Riferiscono le cronache che parole di fuoco sono state urlate contro giornali e giornalisti. Per una volta, ci permettiamo di dissentire. No vax e No pass hanno avuto una platea mediatica assolutamente spropositata e uno spazio del tutto ingiustificato che ha contribuito non poco alla visibilità del loro “movimento” e alla ...continua a leggere "NO VAX E NO PASS NOVARA: L’ULTIMA TOPPATA"

È previsto per domani 12 novembre, alla Casa della Resistenza di Verbania, un incontro con Eric Gobetti sul tema “Fascismo, guerra e foibe”. L’iniziativa è risultata sgradita alla destra e ai neofascisti che hanno subito dato la stura alla solita scomposta canea. Diciamo solita, perché qualcosa di analogo era già avvenuto nel febbraio 2020, quando Gobetti presentò alla Casa della Resistenza il suo lavoro sulla divisione partigiana Garibaldi del Montenegro, una pagina della Resistenza volutamente dimenticata e scritta col sangue di migliaia di italiani. In questi mesi, dopo la pubblicazione di E allora le foibe?, Gobetti è diventato bersaglio di una vera e propria escalation di attacchi da parte delle associazioni di ex profughi e dei rappresentanti istituzionali della destra, a cui ha fatto seguito la solita campagna d’odio, condita con insulti, minacce, compresa quella di morte, da parte della galassia nera neofascista e neonazista. Stranamente, in questo caso, non sono state così numerose le voci a difesa della libertà e della dignità personale che solitamente si levano contro gli haters. I nazifascisti mettono in pratica la tattica con la quale colpiscono da sempre le persone a loro sgradite: l’attacco personale, nel tentativo di isolarle e fare terra bruciata attorno a loro, fino al tentativo di distruggerne la credibilità sociale e professionale.

In realtà, il caso non è isolato, prima di tutto, perché ci troviamo ormai davanti a una evidente operazione di rilettura del passato e di grossolana falsificazione della ...continua a leggere "CHI VUOLE TAPPARE LA BOCCA A ERIC GOBETTI?"

«Concentramento nel senso di concentrazione: noi ci siamo concentrati in uno spazio, per manifestare il nostro dissenso.» E per quanto riguarda il filo spinato: «È una protezione. Si mette per proteggere.» Sono questi alcuni passi dell’intervista rilasciata a un quotidiano dalla promotrice del grottesco corteo novarese “No geen pass” della scorsa settimana. In quelle parole, indubbiamente qualche problema di uso della lingua italiana, di concentrazione mentale e di rispetto dei più elementari rudimenti della logica c’è.

La protesta, durante la quale un gruppo di manifestanti si è presentato simulando una divisa concentrazionaria e tenendo per mano una funicella che avrebbe dovuto simboleggiare i reticolati dei lager, è diventata un caso. Come al solito, la densa caligine mediatica che cala in queste circostanze aggiunge solo confusione alla confusione. Fare di un’infermiera dell’Ospedale Maggiore un capro espiatorio è proprio come sparare sulla croce rossa. Alla fine, come sempre, qualcuno parlerà di una brava ragazza, un po’ confusa, ma che, in fondo, qualche ragione pure ce l’ha e tutto passerà in cavalleria. Invece, bisogna ragionare sui contesti, locale e generale, che hanno prodotto una simile delirante sconcezza.

Novara e il suo hinterland, da decenni, sono terreno per le scorrerie incontrastate ...continua a leggere "NOVARA, NO GREEN PASS: ERAVAMO SOLO “CONCENTRATI”"

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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