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QUANDO FINISCE LA SHOAH E QUANDO INIZIA LA NAKBA?

Il Giorno – e non «la giornata» – della memoria nasce per scelta istituzionale e ha natura diversa dalla memoria di classe, costruzione collettiva e antagonista al potere.

Quest’anno la ricorrenza si è svolta sotto l’orrore e l’incubo del massacro di Gaza e ha registrato ripetuti tentativi di ostacolare o di criminalizzare la protesta in corso contro il governo Netanyahu. Dall’altra parte, l’ANPI ha definito un «intollerabile parallelo» quello che mette sullo stesso piano la shoah e la «mattanza» palestinese. Certamente le differenze sono fondamentali e lo sono ancora di più per i comunisti e per chi fa riferimento al materialismo storico. Certamente il rischio di un ritorno incontrollabile dell’antisemitismo e dell’apertura di nuovi spazi al neonazismo e alle destre è concreto. Sono le voci di Brecht e di Levi, sempre nei nostri cuori e nelle nostre menti, ad ammonirci che «il grembo da cui [la bestia immonda] nacque è ancora fecondo». Ma allora fondamentale è anche la distinzione fra la tragedia della shoah e la colonizzazione sionista della Palestina sviluppatasi nel dopoguerra a partire dal 1945 e culminata nella nakba del 1948. Eppure, a Novara, «in occasione della giornata della memoria» si celebra «L’operazione Aliya Bet» e il suo Campo A di Boffalora Sopra Ticino, il più importante in Italia. Si stabilisce così tra i due fatti un nesso granitico come il ponte che, a poca distanza da quel luogo, collega da due secoli la sponda lombarda a quella piemontese del fiume. Dal campo di Magenta, sotto la direzione del Mossad, passarono, ospitati e curati ma anche convertiti all’ideologia sionista, reclutati, addestrati e armati, migliaia di profughi inviati clandestinamente in Palestina a combattere nell’haganah. Se quelle armi, affluite nell’arsenale segreto del Mossad magentino, potessero parlare, direbbero: Prima eravamo sulle spalle di un partigiano oppure tra le mani di un inglese o di un tedesco, poi abbiamo seguito la rotta contraria a quella dei dannati della terra che oggi attraversano il Mediterraneo: giunte a destinazione, le nostre pallottole hanno ucciso altri soldati inglesi e si sono conficcate nei corpi dei palestinesi arabi… Quelle armi hanno dunque fatto la loro parte, insieme alla volontà delle potenze vincitrici della seconda guerra mondiale, Unione sovietica compresa, nello scatenare la tragedia della nakba palestinese. C’è da chiedersi: che cosa c’entra tutto questo con la shoah? E questa è sola la prima di molte domande che il Campo A porta con sé.

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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