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UN BUSINESS MONDIALE: IL LEGNO ILLEGALE

Un giro d’affari illegale di 150 miliardi di dollari all’anno.

Sconosciuto, ben nascosto, dimenticato si chiama “illegal logging” ovvero disboscamento illegale. Toglie respiro alle foreste, mette a rischio la vita di intere popolazioni rurali, ha contribuito pesantemente a cambiare il clima; ma anche a indebolire i bilanci pubblici di Stati, ingrassando la criminalità organizzata. È ormai una piaga planetaria che investe tutti i contenenti dall’America alla Asia, passando per Africa e Europa come studiato dal Basel Institute on Governance (Big) centro di ricerca indipendente presso l’Università di Basilea con l’obiettivo di prevenire e contrastare la corruzione. Il commercio illegale per cui vengono disboscate intere foreste genera un business di 150 miliardi di dollari e riguarda il 30% del legno commercializzato nel mondo. Si calcola che su scala mondiale negli ultimi trent’anni sono andati persi 178 milioni di ettari di foreste, in base al rapporto del Global Forest Resources Assessment 2020 della Fao. È il palissandro, legno pregiato per design di lusso e strumenti musicali il più richiesto dal mercato, annota lo studio del Big. I maggiori acquirenti sono cinesi, americani e le grandi case di design  occidentali. La provenienza della maggior parte del legno illegale è l’area amazzonica del Brasile che ha perso 1,62 milioni di ettari di foreste. Da una recente indagine della magistratura brasiliana in merito ad un sequestro di legno dal valore di 25 milioni di dollari, si è dovuto dimettere il ministro dell’ambiente Ricardo Sales, fedelissimo del presidente Bolsonaro, accusato di aver ostacolato le indagini della magistratura. Il disboscamento illegale coinvolge tutto il nostro Pianeta. Gli appetiti non mancano. Gli alberi abbattuti nella foresta della Papua Nuova Guinea o nelle isole Salomone finiscono in forma di parquet in Australia, a Milano o a Seattle, spesso con intermediari asiatici che hanno soppiantato gli occidentali. La stessa Ikea è stata oggetto di recente di una inchiesta per aver utilizzato legname proveniente illegalmente dalla Siberia per i mobili destinati all’infanzia. A finire sul banco degli imputati è stato Eugeny Bakurov fornitore della multinazionale svedese. Va sottolineato che dal 1990 ad oggi le aree protette nel mondo sono cresciute di circa 191 milioni di ettari e in diversi paesi del mondo si sta assistendo a importanti ma ancora insufficienti opere di riforestazione. Il problema del disboscamento, del traffico illegale di legname oltre a non essere denunciato, né tanto meno trattato come notizia dai mass-media, è di estrema gravità per la salute del pianeta e per la sopravvivenza umana, della vita e dell’ecosistema. Riuscire a ottenere l’individuazione del paese di provenienza del legname sarebbe già un primo importante passo per contrastare l’illegal logging. La vita di intere comunità, come quella dei Pala Wan nelle Filippine, la cui esistenza è legata alle foreste naturali del monte Domadoway, è minacciata dal taglio di migliaia di ettari. Lo sfruttamento illegale e criminale delle foreste ha prodotto l’abbassamento del valore del materiale da un 7% al 16% con conseguenze pesanti sui paesi poveri e in via di sviluppo vittime dello strangolamento e degli appetiti del lusso, dello spreco del consumismo del ricco mondo occidentale. L’agenzia Enact, che monitora il fenomeno in Africa, stima le perdite dell’Uganda in 9.8 milioni di dollari a causa del non pagamento dei tributi derivanti dal traffico del legname. Illegal logging è un aspetto poco conosciuto dello sfruttamento del pianeta dove affari, malavita e sistema economico capitalista sono in stretta commistione a scapito della stessa sopravvivenza della vita e della Terra. E se ben venga la decisione strategica da parte dell’Europa di piantumare tre miliardi di alberi entro il 2030, ma sono ancora pochi, il problema vero, di fondo rimane. È il sistema economico, produttivo e finanziario finalizzato solo allo sfruttamento e al profitto che distrugge la vita sul nostro Pianeta. Compito di tutti noi chiedere il conto a lor signori.

 

alfredo perazza

 

PROPOSTA COMUNISTA in questo autunno con molteplici incontri mondiali sui problemi ambientali e climatici del nostro pianeta, amplia il suo impegno di studio, di conoscenza e di informazione, proponendo ulteriori riflessioni su questo argomento vitale e prioritario per tutti i comunisti e i cittadini consapevoli del baratro a cui ci ha portato questo sistema economico e produttivo.

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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