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LA BIBLIOTECHINA SCOLASTICA DI GIORGIA

Per il momento, è formata da due soli libri, ma il più importante è Io sono Giorgia, l’autobiografia autorizzatissima della leader del neofascismo italiano. Una volta, le autobiografie le scrivevano personaggi che avevano fatto la storia, al tramonto di una vita travagliata e sofferta di battaglie per grandi ideali. Le loro parole, vergate con mano sicura, magari al ritmo solenne del crepitio di un focolare, erano testamento e monito per le generazioni future. Ora, i tempi sono cambiati. I testamenti si fanno in itinere, in tempo reale, meglio se non si ha niente da dire e, soprattutto, niente di buono da lasciare in eredità ai posteri. È veramente incredibile quante parole riescano ad allineare sulle pagine quelli che non hanno niente da dire e, ormai, siamo in attesa trepidante anche delle autobiografie dei neonati o di coloro che dovranno ancora nascere.

In ogni caso, l’“idea”, ulteriore riprova di che cosa sia il genio italico, è quella di regalare alle biblioteche scolastiche il libro in questione ed è venuta ai giovani di Fratelli d’Italia di una piccola città prealpina. Meglio sarebbe a dire “fardelli” d’Italia, perché questi italiani che sgomitano con un solo braccio (quello non teso) e vogliono sempre mettersi “prima” di qualcun altro rappresentano un peso fastidioso che vorrebbe trascinare il paese nella tragica farsa della ripetizione di un passato che non passa. Del resto, dopo due anni scolastici di covid, vissuti pericolosamente, durante i quali sono esplose tutte le contraddizioni irrisolte che da decenni erodono le fondamenta del sistema scolastico, cosa c’è di meglio, per risollevare il morale e ritemprare le forze, insomma per distrarsi un po’ dai problemi reali, della filosofia del boudoir della Giorgia? E poi, dicono i “fardellini” d’Italia, con la Giorgia ci sarebbe un’iniezione di “patriottismo” e, soprattutto, finalmente, entrerebbe in questa scuola stantia e obsoleta un po’ di “attualità”.

Poi, non dimentichiamoci che non manca di certo la benedizione del mercato. Infatti, la Giorgia è diventato un best seller, che tira nelle librerie, sugli scaffali dei supermercati e nelle vendite on line. Copertina glamour, andamento accattivante che alterna gossip a “politica” e un grosso, grasso editore come Rizzoli. Chi, in questo paese di smemorati, conserva un po’ di memoria, non può dimenticare il palmares che questo ippopotamo della carta stampata, e non, ha acquisito nel tempo, tenendo al calduccio le ceneri dei nostalgici (“Candido”), promuovendo subculture nazional-populiste (“Oggi”, la Storia d’Italia di Montanelli ecc.) e, soprattutto, combattendo strenuamente a difesa del pluralismo dell’informazione, contro ogni forma di concentrazione dei mass media.

Per quanto riguarda i contenuti, il libro Giorgia è un’orgia di banalità della destra neofascista dalla celebrazione del 1989, che sarebbe l’anno della… liberazione d’Italia (ovviamente, non dalla stupidità che, a quanto pare, continua a regnare sovrana), alla magnificazione dei governi proto totalitari di Ungheria e Polonia. Insomma, con tutti questi ministri, noti bolscevichi, che in questi anni si sono alternati all’Istruzione, neanche più “pubblica”, ministri del calibro di una Moratti, di una Marystar Gelmini o di un Bussetti (ma i “menscevichi” non sono certo stati di meno), una bella ventata reazionaria ci voleva proprio.

Invece, per il libro di testo unico di regime, come ai tempi di quando c’era “lui”, bisognerà avere ancora un po’ di pazienza. Ci stanno lavorando. Work in progress. Intanto, le biblioteche scolastiche di quella cittadina potranno avvalersi in anteprima del primo capitolo: un altro libro donato alle biblioteche scolastiche, Foiba rossa, impresso a fuoco coi tipi di Casapound.

«Timeo Danaos et dona ferentes», diceva il saggio Laocoonte davanti all’imponente cavallone di Troia. Quello di Giorgia, in fondo, è solo un ronzino scheletrito e macilento, ma, si sa, i tempi non sono propizi alle grandi imprese. Impazza l’estate. Maturano i meloni, ma, come si può costatare, non manca mai chi è fuori di melone.

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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