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OVERSHOOT DAY, AMBIENTE PROFONDO ROSSO

Sovra sfruttamento delle risorse terrestri

 

Il 22 agosto scorso è stato il giorno del sovra sfruttamento delle risorse terrestri da parte del genere umano, o meglio, dell’ingiusto e distruttivo sistema di vita di quel circa 20% della popolazione mondiale, che vive sfruttando 80% e oltre delle risorse della terra. Overshoot day è una data passata quasi sotto silenzio da parte della maggior parte dei mass media italiani, intenti a distrarre l’opinione pubblica dai veri problemi della vita quotidiana e futura. Non è una data fissa da celebrare ma una spia, un drammatico all’allarme che dice a tutto il mondo che la biocapacità, cioè le risorse del nostro Pianeta sono inferiori rispetto alla richiesta del sistema. Nel 1970, quando sulla Terra vi erano circa 3,7 miliardi di persone, meno della metà dell’attuale situazione, il giorno del sovra sfruttamento, risultò essere il 29 dicembre. Quindi pochi giorni, poi con l’anno nuovo si era in grado di ripartire. Era un minimo deficit. La crescita demografica, l’inquinamento, lo sfruttamento incontrollato, rapace e predatorio del sistema capitalista ha spostato sempre più in avanti la data. Nel 2000 era il 23 settembre, nel 2019 il 29 luglio, la più precoce di sempre.

Quando si dice che il nostro Pianeta viaggia in riserva, vuol significare che lo sfruttamento delle risorse naturali da parte del sistema capitalista che fa del profitto l’unico bieco e distruttivo obiettivo, sta divorando la sopravvivenza dello stesso genere umano, producendo fame, disuguaglianze, ingiustizie e povertà. Si impoverisce la biocapacità con deforestazione dell’Amazzonia e delle altre residue foreste, con la pesca indiscriminata negli oceani che fa sparire specie, con la cementificazione selvaggia spesso inutile, con l’inquinamento dovuto all’uso e al business del carbone e del petrolio. Questi sono solo alcuni esempi di come il capitalismo con il suo sistema economico, produttivo, politico e finanziario abbia ormai compromesso l’ecosistema del pianeta Terra, con il rischio di un non ritorno. Stiamo facendo un debito molto più grave  di quello economico.

Il debito ecologico è detenuto non da banche o governi o lobbie capitaliste o di stato, ma dalle inesorabili leggi fisiche dell’universo. Un debito fatto di tonnellate di Co2, di concentrazioni di mercurio nelle acque, di microplastiche finite nel cibo, nell’acqua, di acqua dolce paurosamente in diminuzione, di un sempre maggior inquinamento dell’aria, del rialzo delle temperature e del definitivo irrefrenabile cambiamento climatico che tutti tocchiamo con mano. Dobbiamo sapere di chi è la responsabilità.

Ora prendiamo atto di un fatto inaspettato successo in questo 2020. A causa della pandemia, quindi con il lockdown attuato in diversi paesi, la Terra ha guadagnato 24 giorni portando il giorno del sovra sfruttamento delle risorse al 22 agosto. È inverosimile. Per tentare di salvare il Pianeta il capitalismo ha bisogno di una pandemia che uccide donne e uomini.

Vi è il reale rischio che, con la lenta ripresa della “vita normale”, si ritorni velocemente ai parametri pre covid 19, continuando così il collasso ecologico del nostro Pianeta. Il business non si fermerà di certo davanti ad una pandemia così grave, fonte anch’essa di profitto da parte dei soliti pescicani, né darà luogo in questo mondo a una riflessione seria e profonda sull’esperienza vissuta che porti a cambiare anche minimamente il sistema e il modello di vita dei cosiddetti paesi sviluppati, fautori principali del disastro ambientale. Per la sua stessa sopravvivenza questo sistema dovrebbe far tesoro di questo periodo storico e incominciare a passare a consumi più sobri, rispettando i limiti del pianeta Terra. Applicare, sfruttare al meglio le nuove tecnologie per ridurre gli sprechi e non per produrne di nuovi. L’impossibilità di riformare questo sistema è sotto gli occhi di tutti. Solo l’azione, l’impegno, lo studio e la lotta unitaria dei Comunisti, dei progressisti, dei movimenti popolari, di chi non si è ancora arreso al pensiero unico, possono porre le premesse per un cambiamento in senso ecologico dell’economia, per consegnare alle future generazioni un bilancio vero della qualità della vita, sano e positivo per miliardi di persone. Se così non sarà, si giungerà alla bancarotta ecologica. Nessuno ci farà credito. Sarà troppo tardi. Non si salverà nessuno, ma allora i popoli sapranno a chi presentare il conto e farlo pagare.

 

BIOCAPACITA’: è  la totalità delle risorse che il pianeta genera in un anno in modo naturale. L’impronta ecologica è la richiesta di tali risorse da parte del sistema. Quando il rapporto è negativo, la richiesta supera la naturale capacità della Terra ed ecco che si ha l’Overshoop day. Da quel giorno in poi, il sistema umano manda in sofferenza il pianeta Terra. E le risorse diminuiscono sempre di più.

1,6: per soddisfare il consumo attuale delle risorse naturali, una Terra sola non basta. Ne avremmo bisogno di 1,6.

9,3%: è la riduzione dell’impronta ecologica dovuta all’effetto “benefico” del lockdown.

14,5%: è la diminuzione delle emissioni di carbonio sempre dovute all’effetto del covid 19.

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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