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RICORDANDO GIANNI RODARI

"Dopo la pioggia"

Dopo la pioggia viene il sereno,

brilla in cielo l'arcobaleno:

è come un ponte imbandierato

e il sole vi passa, festeggiato.

è bello guardare a naso in su

le sue bandiere rosse e blu. 

Però lo si vede - questo è il male -

soltanto dopo il temporale.

Non sarebbe più conveniente

il temporale non farlo per niente?

Un arcobaleno senza tempesta,

questa si che sarebbe una festa.

Sarebbe una festa per tutta la terra

fare la pace prima della guerra.

"Bambini, imparate a fare cose difficili"

È difficile fare le cose difficili:

parlare al sordo,

mostrare la rosa al cieco.

Bambini, imparate a fare cose difficili:

dare la mano al cieco,

cantare per il sordo,

liberare gli schiavi che si credono liberi.

 

"Filastrocca impertinente"

Filastrocca impertinente

chi sta zitto non dice niente,

chi sta fermo non cammina

chi si allontana non s'avvicina.

 

Chi si siede non sta ritto

chi va storto non va dritto

e chi non parte, in verità

in nessun luogo arriverà.

 

"Il cielo è di tutti"
Qualcuno che la sa lunga
mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi
di ogni occhio è il cielo intero.
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell'ortolano,
del poeta, dello spazzino.
Non c'è povero tanto povero
che non ne sia il padrone.
Il coniglio spaurito
ne ha quanto il leone.
Il cielo è di tutti gli occhi,
ed ogni occhio, se vuole,
si prende la luna intera,
le stelle comete, il sole.
 Ogni occhio si prende ogni cosa
e non manca mai niente:
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.
Spiegatemi voi dunque,
in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo
e la terra è tutta a pezzetti

 

"Un signore maturo con un orecchio acerbo"

Un giorno sul diretto Capranica-Viterbo

vidi salire un uomo con un orecchio acerbo.

Non era tanto giovane, anzi era maturato tutto, tranne l'orecchio, che acerbo era restato.

Cambiai subito posto per essergli vicino e potermi studiare il fenomeno per benino.

Signore, gli dissi dunque, lei ha una certa età di quell'orecchio verde che cosa se ne fa?

Rispose gentilmente: - Dica pure che sono vecchio di giovane mi è rimasto soltanto quest'orecchio.

E' un orecchio bambino, mi serve per capire le voci che i grandi non stanno mai a sentire.

Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli.

Capisco anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose.

Così disse il signore con un orecchio acerbo quel giorno, sul diretto Capranica-Viterbo.

 

"Sulla luna"

Sulla luna, per piacere,

non mandate un generale:

ne farebbe una caserma

con la tromba e il caporale.

Non mandateci un banchiere

sul satellite d’argento,

o lo mette in cassaforte

per mostrarlo a pagamento.

Non mandateci un ministro

col suo seguito di uscieri:

empirebbe di scartoffie

i lunatici crateri.

Ha da essere un poeta

sulla Luna ad allunare:

con la testa nella luna

lui da un pezzo ci sa stare...

A sognar i più bei sogni

è da un pezzo abituato:

sa sperare l’impossibile

anche quando è disperato.

Or che i sogni e le speranze

si fan veri come fiori,

sulla luna e sulla terra

fate largo ai sognatori!

 

 

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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