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SULLE MACERIE DEL VIADOTTO MORANDI CONTINUA LA SVENDITA DELLA SANITÀ PUBBLICA

Riceviamo e diffondiamo i contenuti del seguente comunicato del Sindacato Intercategoriale Cobas

Gli ospedali San Giuseppe, Saint Charles, Santa Maria della Misericordia sono caritatevolmente affidati alle cure dei privati. Così stabilisce la gara d'appalto, indetta dalla Regione Liguria. In pratica, dall’autunno, la gestione degli ospedali di Cairo Montenotte, Bordighera e Albenga non sarà più pubblica. In gara, sarà anche il Policlinico di Monza Spa, già gestore dell'ortopedia del nosocomio albenganese. Così potrà finire che un privato gestirà un altro privato, ma chi gestirà la finalità sociale? È questa la fotografia di uno Stato che riduce il perimetro di tutela della salute, che dovrebbe essere universale e gratuita, a favore di comitati d'affari che (non ci sono santi che tengano) dovrà produrre utili a tutela degli investitori.
Tutto questo avviene proprio mentre l’immane tragedia del ponte Morandi ha messo a nudo l’inconciliabilità tra interesse privato e interessi sociali e collettivi dimostrando ancora una volta che il profitto viene prima della sicurezza a costo di provocare numerose vittime e centinaia di sfollati. A macerie ancora fumanti, è partita la retorica di “anime” ben poco candide sulla sicurezza, sulla severità dei controlli, addirittura sulla revoca di tutte le concessioni ai privati, sulla nazionalizzazione e la statalizzazione. In realtà, non si tratta altro che di propaganda con cui l’attuale “governo” tenta di cavalcare la rabbia della popolazione e di fingersi afflitto e addolorato, ma lor signori non hanno aspettato neanche la fine delle esequie per affidare la salute collettiva nelle mani di privati, certamente non benefattori.
Costoro dovrebbero fornire lo stesso servizio che alla Regione costa 66 milioni di € all'anno al prezzo di 55 milioni. C’è da chiedersi: se non interviene qualche santo, come faranno a produrre profitti? Per il ponte crollato, hanno economizzato sul cemento, sul diametro dei tondini e hanno azzerato i costi della sicurezza, ma nella sanità cosa faranno se non ridurre il personale e i servizi e abbassare gli standard di qualità?
Il 27 marzo 2018, Alice Salvatore e Andrea Melis del Movimento 5 Stelle dichiaravano: «Dal Ponente ligure è pronta a partire la più grande svendita sanitaria della storia della nostra regione: una gigantesca operazione da 385 milioni di euro complessivi per sette anni, prorogabili di altri cinque, che coinvolge gli ospedali di Albenga, Cairo e Bordighera e rischia di segnare una linea di non ritorno nelle politiche sanitarie regionali, oltreché la fine del concetto di sanità pubblica e sociale così come è sancita dalla Costituzione italiana». Mentre il PD ligure rincarava la dose: «Il modello lombardo in salsa ligure è semplice: svendere la sanità pubblica, in assenza di una programmazione rigorosa in modo che i costi più onerosi vengano scaricati sul sistema pubblico, mentre i privati saranno liberi di operare sui servizi più remunerativi, facendo grandi utili con investimenti minimi». Come si vede, la maestria del dire, proclamare, elevare condanne, promesse di giustizia, emettere condanne, è superata solo dall'arte di disdire, non mantenere le promesse e illudere.
Non sono da meno i sindacati confederali. Fulvia Veirana, segreteria generale della CGIL ligure, scendeva in campo «confermando la nostra ferma contrarietà alla scelta della Regione», ma nell'incontro del 7 aprile in Regione i sindacati hanno discusso (?) e concordato (!) che i lavoratori avranno garantito il CCNL, l'attivazione del distacco funzionale volontario per una quota dell'80%. Bontà loro, possono non accettare? Ma per il personale di nuova assunzione si applicherà un contratto della sanità privata! Senza pudore, a fine incontro, essi parlano di un'altra vittoria del sindacato.
Appunto «vittorie» come quella ottenuta nella vertenza con la Fondazione Maugeri di Veruno i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti e sulla pelle dei lavoratori.
Questo pio e privato gruppo d’affari ha superato scandali, inchieste giudiziarie e fallimenti e ha allungato i tentacoli su ben venti ospedali in tutta Italia. A pagare i costi delle malefatte sono stati i lavoratori e ancora più salato sarà il prezzo pagata dai
nuovi assunti che saranno inquadrati con CCNL privato. È grazie a «vittorie» come queste che si cerca la divisione dei lavoratori della sanità, infatti oggi i padroni pubblici e privati possono scegliere tra ben 54 contratti per attuare veri e propri piani di impoverimento di tutti i lavoratori del settore. Solo con una risposta di massa e con la lotta unitaria di tutti i lavoratori (settore pubblico, privato, interinali, precari e disoccupati) possiamo difenderci.
Anche se difficile da realizzare nell'immediato, l'obiettivo deve essere un contratto unico per tutto il personale della sanità. La costruzione di un fronte di lotta anti-capitalista di tutti i lavoratori migranti e italiani può mettere in moto energie e farci uscire dalla passività.
26 OTTOBRE SCIOPERO GENERALE CONTRO I PADRONI
27 OTTOBRE MANIFESTAZIONE A ROMA CONTRO IL GOVERNO DEI PADRONI

SI COBAS Pubblico Impiego

27 agosto 2018

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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