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OLIVETTI IVREA PATRIMONIO UNIVERSALE DELL’UNESCO

Nel segno dell’Olivetti Ivrea è per l’Unesco la “città industriale del XX secolo”

di Marco Travaglini

Con Ivrea “città industriale del XX secolo”, l’Italia ha consolidato il suo primato nella Lista Unesco dei siti che rappresentano il patrimonio culturale dell’umanità. Un successo per tutto il paese che, per la prima volta, vede riconosciuta nella “capitale dell‘informatica” dove è nata l’Olivetti con la sua “fabbrica di mattoni rossi” una delle realtà espressione dello sviluppo industriale più innovativo in tutti i sensi, a partire dal piano sociale. Il lavoro sulla candidatura all’Unesco era iniziato esattamente dieci anni fa, all’epoca delle celebrazioni del centenario della nascita della Società Olivetti.
Un lavoro promosso dalla Fondazione Adriano Olivetti in collaborazione con il comune di Ivrea e il Politecnico di Milano, appoggiato dalla Regione Piemonte. Il dossier, negli ultimi quattro anni, si è irrobustito sviluppando il progetto sulla linea della valorizzazione del patrimonio architettonico moderno della città eporediese.
Due anni fa, nel 2016, l’intera documentazione è stata trasmessa dall’Italia all’Ufficio del Patrimonio Mondiale Unesco che ne ha verificato la completezza, consentendo all’organo consultivo di Unesco  —  Icomos, il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti  —  di iniziare nel 2017 e proseguire nel 2018 le valutazioni che si sono concluse con l’importante riconoscimento.
L’area divenuta sito Unesco a Ivrea è composta da 27 beni tra edifici e complessi architettonici, caratterizzati tutti da autenticità e integrità, visto che hanno conservato i caratteri architettonici dei progetti originari. Dalle prime Officine Olivetti del 1896 alle successive trasformazioni e ampliamenti tra il 1939 e il 1962, agli edifici che ospitavano il Centro Studi ed Esperienze e la Centrale Termoelettrica, a quelli della mensa, dei servizi sociali e dell’asilo nido, alle case del Borgo Olivetti e del Quartiere Castellamonte, ai due Palazzi Uffici e all’Unità Residenziale di Ivrea Centro.
Un vanto e un orgoglio per Ivrea e per tutto il paese anche se, per troppo tempo, non è stata pienamente riconosciuta e valorizzata questa storia più unica che rara nel panorama industriale non solo italiano. Quella olivettiana è un’avventura incredibile che nel1911 vide presentare all’Esposizione universale di Torino la M1, il primo modello di macchina per scrivere uscito dalle officine inaugurate tre anni prima dell’ingegner Camillo Olivetti, per poi diventare nel dopoguerra  —  sotto la guida di Adriano Olivetti, straordinaria sintesi di imprenditore e intellettuale  —  l’azienda leader nella tecnologia meccanica dei prodotti per l’ufficio.
Una storia che dovrebbe essere studiata nelle scuole e oggetto di riflessione da parte di chi ha pubbliche responsabilità e potrebbe trarne utili elementi per immaginare, colmando pesanti ritardi e grandi torti, un futuro per modelli di politiche e relazioni industriali “a misura d’uomo”.

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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