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DOMODOSSOLA, CATTIVISMO MOLESTO

Repubblica Lepontina

Il sindaco di Domodossola, il leghista Lucio Pizzi, ha inoltrato il 27 giugno scorso al direttore generale dell’ASL una lettera con la quale ordina di organizzare «diversamente» il servizio di vaccinazione separando i bambini degli immigrati da quelli dei puri ossolani. La motivazione? Perché gli immigrati «sono spesso portatori di malattie contagiose» e perché bisogna «garantire prima di tutto la tutela dei nostri bambini e delle nostre famiglie». Come se la tutela degli “altri” non rientrasse nei suoi obblighi di primo cittadino e gli “altri” non fossero nemmeno esseri umani degni di essere famiglia.
Questo è l’ultimo episodio di un accanimento che l’amministrazione domese ha posto in essere contro i migranti considerati veri e propri nemici pubblici. Per esempio, il sindaco si era già reso protagonista di campagne contro i richiedenti asilo spingendosi a chiedere al Prefetto di imporre loro di rientrare nei loro alloggi
alle ore 20, insomma l’imposizione di un vero e proprio coprifuoco, come accadeva alle comunità ebraiche dei secoli passati le quali venivano rinchiuse nei loro ghetti dopo il tramonto.
Forse, al signor Pizzi sfugge che la povertà, di cui i migranti soffrono, non è né una malattia infettiva né un crimine. E le valli ossolane, se conservano il ricordo di un passato di miseria nemmeno tanto lontano, dovrebbero ben tenerlo a mente. Forse, non sa che sono stati i sani e civili popoli europei a sterminare con le loro malattie contagiose intere popolazioni e che, dopo il genocidio degli indigeni americani, quei sani e civili europei hanno riempito l’abisso demografico del nuovo mondo con le popolazioni africane strappate alla loro terra e ridotte in condizione di schiavitù. Non sa, ma forse non vuole nemmeno sapere, che le infezioni oggi viaggiano per il mondo soprattutto nei corpi ben pasciuti e abbronzati dei turisti e dei viaggiatori regolari oppure degli operatori sanitari che, con ben altro cuore, rischiano la vita per quei valori di umanità e solidarietà che sono l’unico fine dell’arte medica.
Non si può mica chiedere a un sindaco di avere la laurea in medicina! Eppure, abbiamo un ministro degli Interni, ormai in pieno delirio d’onnipotenza, che ci dice quali e quante vaccinazioni dobbiamo fare e il suo emulatore sindaco legaiolo che dice come organizzare un momento così delicato del servizio sanitario locale!
In questa tristissima vicenda, c’è un aspetto, se possibile, ancora più disumano: l’accanimento contro i bambini, i più poveri dei poveri e i più indifesi degli indifesi. Non c’è in questo solo il riflesso di una società immiserita nelle coscienze, soffocata dagli egoismi e invecchiata fino alle soglie della decrepitezza, come quella italiana, ma anche la sostanza di un sistema capitalista che distrugge risorse, devasta il pianeta, produce miseria e ingiustizia crescenti ed è sempre meno in grado di assicurare la stessa continuità della vita umana. Nei paesi ricchi, si allunga l’ombra del declino demografico e, nella cosiddetta culla della democrazia occidentale, si giunge alla crudeltà inaudita di strappare i bambini dei migranti ai loro genitori. Nel resto del mondo, l’infanzia è diventata carne da macello nelle varie guerre imperiali, è ridotta a merce dei mercanti di organi e oggetto di sfruttamento sessuale, rimane priva di tutela contro le grandi catastrofi della miseria, della fame e la sete, della desertificazione, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
C’è una sola conclusione da trarre: in questo caso, l’indifferenza e l’ignoranza sono le sole malattie contagiose. Contro queste infezioni che stanno distruggendo le basi stesse della convivenza umana non c’è vaccino. La cura è la lotta politica per riunire tutti gli sfruttati contro i loro sfruttatori, indipendentemente dall’origine e dal colore della pelle. Il primo passo è la battaglia per contrastare la barbarie culturale e propagandistica che semina guerra e divisione tra i poveri, condizioni indispensabili perché i ricchi continuino indisturbati ad accumulare ricchezze e accrescere il loro potere. La destra xenofoba dice che i migranti portano malattie, ma questo è assolutamente falso. Lo dimostrano la ragione, le conoscenze mediche e i dati reali. La destra xenofoba ha fatto della battaglia contro il “buonismo” il suo cavallo di Troia per infettare e distruggere quei valori popolari di solidarietà che sono l’eredità migliore della storia del movimento operaio e socialista, ma il contrario di “buonismo non è la normalità, è il “cattivismo”, un cattivismo sempre più noioso, squallido e soprattutto molesto.

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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