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FASCISTI A MILANO E NON SOLO / Reprint

Saverio Ferrari, Fascisti a Milano da Ordine nuovo a Cuore nero, Pisa, Edizioni Biblioteca Franco Serantini, 2011, pp. 150

Di fronte all’indifferenza dei mass media e alla caduta di attenzione della sinistra istituzionale nei confronti del neofascismo, questo lavoro di Saverio Ferrari si distingue per metodo, rigore e carica militante. La responsabilità di mantenere la memoria, riannodare i fili del passato e analizzare lo scontro sociale nelle sua crudezza e complessità ricade sempre più sulla sinistra comunista. Sono terreni questi su cui si giocano partite decisive.
Le vicende del neofascismo milanese sono ricostruite nel libro con precisione sulla base di documenti, atti giudiziari, sentenze e, avverte Ferrari, “relativamente ai processi ancora in corso prevale ovviamente il principio della presunzione d’innocenza”. Un’indicazione ancora più utile se consideriamo da una parte gli esiti vergognosi di tante vicende giudiziarie e dall’altra parte connivenze, coperture e intrecci tra apparati dello stato, destra governativa e l’arcipelago dei gruppi nazifascisti.
Fascisti a Milano prende le mosse dall’assassinio, avvenuto il 3 marzo 2000 a Cologno, del giovane neofascista Alessandro Alvarez seguito, nel mese di maggio, da quello di Francesco Durante. I due episodi danno lo spunto per ripercorrere le cronache degli ultimi anni alla ricerca dei legami tra gli ambienti nazifascisti, la criminalità, il reclutamento di mercenari, la rete degli informatori, le curve calcistiche, di cui Ferrari ricostruisce dinamiche di potere e giro di affari. Emerge in questo modo un quadro articolato dell’estrema destra milanese, dei suoi conflitti interni, delle sue metamorfosi che si compiono nei corridoi dei palazzi governati dal centrodestra come nei vicoli bui e maleodoranti di decine di sigle dalla Skinhouse agli Hammerskin, da Forza nuova a Cuore nero e Casa Pound. In ogni caso, emergono le matrici originarie del fascismo milanese: da una parte la tendenza alla frammentazione e alla violenta lotta interna; dall’altra parte il suo carattere sanguinario ed efferato già presente nella pratica terroristica delle SAM, nell’immediato dopoguerra, e poi nello squadrismo sanbabilino e nello stragismo di ON, del MAR di Carlo Fumagalli, dei NAR ecc.
L’ultimo prezioso lavoro di Ferrari va considerato come la tessera di un articolato mosaico sull’estrema destra che l’autore da decenni va componendo e definendo nelle sue dinamiche profonde. Di questo quadro fanno parte Da Salò ad Arcore. La mappa della destra eversiva (Roma, Nuova Iniziativa Editoriale, 2006, pp. 159) e Le stragi di stato. Piccola enciclopedia del terrorismo nero. Da piazza Fontana alla stazione di Bologna (Roma, Nuova Iniziativa Editoriale, 2006, pp. 175). Fascisti a Milano segue e completa Le nuove Camicie brune. Il neofascismo oggi in Italia (Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2009, pp. 79) centrato sugli aspetti ideologici e sull’evoluzione dei miti e delle simbologie delle nuove destre. I tradizionali punti di riferimento del neofascismo, in genere individuati nel ventennio mussoliniano, nella RSI o in luoghi come il Campo X del Cimitero maggiore di Milano, vanno sbiadendo o mutando di segno di fronte allo sviluppo di nuove tendenze che, senza alcuna inibizione, guardano direttamente al nazismo o a esperienze più marginali ma per questo non meno disumane come la Guardia di ferro di Corneliu Zelea Codreanu. Quello che abbiamo davanti è un cambiamento di pelle delle nuove destre a livello internazionale di cui Milano – e Roma con Casa Pound – assumono il ruolo di principali laboratori nazionali. Le categorie consuete di analisi del fascismo vanno dunque aggiornate anche perché l’azione della crisi, di fronte all’indebolimento dell’organizzazione di classe, apre ampi spazi al recupero del disagio sociale da parte di destre più o meno populiste, più o meno terroristiche.
L’attività di Saverio Ferrari, dal 1999 alla guida dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre (www.osservatoriodemocratico.org), è particolarmente utile e incisiva (e di questo si sono ben resi conto i fascisti che lo hanno fatto oggetto di ripetute minacce di morte fino all’aggressione fisica da parte di esponenti di Forza nuova il 18 maggio 2010) e ha bisogno di trovare un respiro più ampio attraverso lo studio, lo sviluppo della controinformazione e l’azione militante generalizzata e coordinata.
Fascisti a Milano esce per i tipi della Biblioteca Franco Serantini. La casa editrice pisana, con la fine dell’attività autonoma della Libercoop, ha scelto di uscire dai normali circuiti di mercato per puntare sulla vendita diretta e militante in fiere di piccola editoria, presentazioni, momenti di mobilitazione e di distribuzione alternativa. Questa scelta è conseguente al monopolio editoriale berlusconiano e al restringimento degli spazi di libera espressione e di sopravvivenza economica che soffocano le piccole case editrici legate al movimento.

6 giugno 2012

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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