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CENT’ANNI DOPO: VIVA FERRER SIEMPRE! / Reprint

Il 13 ottobre 1909, l’anarchico Francisco Ferrer veniva fucilato nella fortezza di Montjuich a Barcellona con l’accusa di essere stato l’ispiratore della rivolta popolare della “Settimana tragica”. Arrestato il 31 agosto, negli ultimi giorni dell’insurrezione, fu trascinato davanti al tribunale militare, sottoposto a un giudizio sbrigativo, durante il quale furono prodotte a suo carico prove artefatte, e condannato a morte insieme ad altri compagni individuati come i capi della rivolta.
In realtà, la Settimana tragica prese l’avvio da un significativo e nobile gesto antimilitarista: il 26 luglio, i soldati di stanza a Barcellona, quasi tutti provenienti dalle classi più povere del Paese, si rifiutarono di imbarcarsi per il Marocco e di andare a morire per estendere la colonizzazione spagnola in Africa, nel Río de Oro. La popolazione catalana solidarizzò in massa con gli obiettori e, a loro sostegno, fu proclamato lo sciopero generale. La risposta dello stato spagnolo fu durissima. Contro i militari ribelli e contro gli scioperanti fu scatenata la Guardia Civil e si arrivò in breve alla proclamazione della legge marziale, cui fece seguito una sanguinosa repressione.
L’esecuzione di Ferrer fu un vera e propria vendetta consumata dalle forze conservatrici, espressione dell’esercito, dei notabili, di quell’1% della popolazione spagnola formato da latifondisti che controllava oltre il 40% delle terre e della chiesa cattolica. Francisco Ferrer y Guardia, nato ad Allela nei dintorni di Barcellona nel 1859, infatti, era stato uno dei più coerenti e temibili avversari del regime spagnolo e del potere clericale. Seguì il capo repubblicano Ruiz Zorilla, aiutò i rifugiati politici e prese parte all’insurrezione di Santa Colma De Fernet. Per il suo impegno sociale e politico, perse il lavoro, fu esiliato e fu ripetutamente arrestato, l’ultima volta con l’accusa, rivelatasi in breve falsa e inconsistente, di essere coinvolto nell’attentato contro il corteo nuziale del re Alfonso XIII perpetuato da Mateo Morral.
Quello che rendeva particolarmente temibile l’attività di Ferrer fu tuttavia il suo impegno sul terreno educativo e pedagogico. Nel 1901, egli aprì in Spagna la prima Escuela Moderna, ispirata ai princìpi del pensiero libertario e antimilitarista, del razionalismo e della laicità. Cinque anni dopo, la scuola era arrivata a coinvolgere oltre 1.700 allievi. Lo stato e la chiesa, che mirava a mantenere il monopolio sull’educazione, la fecero chiudere durante il breve periodo d’incarceramento di Ferrer. Il pensatore catalano si difese coi mezzi che aveva a disposizione: nel 1908, raccolse la straordinaria esperienza pedagogica degli anni precedenti nel libro “Le origini e gli ideali della Scuola Moderna” e, nel 1909, poco prima della morte, fondò a Madrid e a Bruxelles la Lega Internazionale per l’Educazione Razionale.
Giovanni Pascoli gli dedicò vibranti versi e Pietro Gori lo ricordò con queste parole, scolpite in un’epigrafe ad Arcevia, in provincia di Ancona: “Nella Bastiglia di Montsuch / Francesco Ferrer / Educatore e pensatore / cadde sotto il piombo del re / e dei Gesuiti di Spagna / col guardo fisso nei secoli / che benediranno col sangue / da un meriggio radioso / di verità e giustizia”. L’amministrazione di Barcellona, con la Fondazione Ferrer, pose il 13 ottobre 1990, la seguente iscrizione sul monumento a lui dedicato: “Barcellona ripara con questo monumento molti anni d’oblio e d’ignoranza nei confronti di un uomo morto per difendere la giustizia sociale, la fratellanza e la tolleranza”.
L’arresto e la morte di Ferrer innescarono in Europa e in Italia imponenti manifestazioni popolari che furono all’origine di un vero e proprio culto proletario della memoria che si prolungò fino agli anni del fascismo, mentre Luigi Molinari si distinse per il suo impegno teso a diffondere il pensiero pedagogico di Ferrer e a realizzare istituti laici e scientifici che ne rappresentassero la continuazione ideale.

[14 ottobre 2009]

Pubblicazione non periodica a cura di ass. culturale Proposta Comunista - Maggiora (NO) - CF e PIVA 91017170035
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